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Strada dei Genovesi e i lardaroli parmensi

Via Farini, anticamente Strada dei Genovesi per la presenza dei fondachi dei mercanti che inoltravano formaggi e salumi parmensi al porto ligure, era chiusa dalla Porta Pidocchiosa, ancor oggi visibile all’angolo con via Maestri e contrassegnata dall’emblema del pidocchio. La tradizione vuole che da qui transitassero i montanari provenienti dall’Appennino, spesso portatori del fastidioso parassita.

Di fronte, dove oggi si apre una grande libreria, si trovava l’Oratario delle Cinque Piaghe – un vicolo ne ricorda il nome – sede della Confraternita dei Lardaroli parmensi, depositari della tradizione millenaria degli insaccati e del formaggio parmigiano e ordinati in Arte autonoma solo dalla fine del Medioevo. Notevole importanza aveva il culto del santo protettore, San Lucio di Cavargna, che dal Seicento fino all’Ottocento risulta effigiato nelle licenze e sui documenti dell’Arte ed il cui dipinto, esposto fino al 1913 nell’Oratorio, è oggi conservato in Galleria Nazionale.

Fra i prodotti venduti  in esclusiva dai Lardaroli.vi erano formaggi e carne salata a pezzi, olio, candele di sego, pesce salato, anguille, e ancora salsicce, interiora e burro. In Archivio di Stato è custodito l’atto del 7 agosto 1612 redatto dal notaio camerale Giacomo Muratori alla presenza dell’Anziano dei Lardaroli e Formaggiai di Parma, affiancato da quattro reggenti, che sanciva la denominazione di origine del “Parmigiano” esclusivamente per quel formaggio prodotto nelle cascine prospicienti la città esplicitamente elencate. Si tratta del più antico documento di denominazione di origine di un prodotto alimentare che la storia dell’uomo  ricordi ed è legato ad uno dei prodotti d’eccellenza del territorio.

La Piazza Grande, teatro secolare di ogni commercio, ci riaccoglie per la conclusione del nostro viaggio.