La bottega di un lardarolo intento a vendere carni salate di suino da una miniatura del XV secolo (Parigi, Biblioteca Nazionale).
Il registro della corrispondenza del Comune di Parma del 1436, scritto in un latino contaminato da numerose parole italiane, in cui compare – ingrandito nell’ovale – il termine “sallamine”, riferito al noto insaccato (Parma, Archivio Storico Comunale).
GIUSEPPE MARIA MITELLI, Investiture di Parma, incisione, XVII sec.
Giacomo Ceruti, Natura morta con salame, olio su tela, XVIII sec., metà. (Milano, Pinacoteca di Brera).
Calmiero della carne porcina salata pubblicato dal Comune di Parma il 3 aprile 1776. Il salame magro aveva all’epoca un prezzo superiore a quello del culatello e del prosciutto (Felino, Museo del Salame).
La lavorazione del Salame di Felino presso la ditta Cav. Umberto Boschi in una foto degli anni Venti del Novecento. Al centro si riconosce una macchina insaccatrice per salami mentre sulla sinistra alcune ragazze, dalle mani più sottili, sono impegnate a cucire i budelli (Felino, Museo del Salame).
La lavorazione delle carni e la porzionatura dei diversi tagli presso il salumificio Luigi Boschi di Felino negli anni Venti del Novecento in uno scatto di Luigi Vaghi (Parma, CSAC Università di Parma).
La confezione dei salami in un salumificio di Felino negli anni Venti del Novecento (Felino, Museo del Salame).
Stagionatura di Salami di Felino negli anni Cinquanta del Novecento (Felino, Museo del Salame).
Gino Boccasile, Locandina pubblicitaria della ditta Gino Tanzi di Sala Baganza, 1946 (Langhirano, Museo del Prosciutto).
Reparto spedizione del salumificio Luigi Boschi di Felino negli anni Venti del Novecento in uno scatto di Luigi Vaghi (Parma, CSAC Università di Parma).