Negozio di lardarolo da un affresco del Castello di Issogne (Val d’Aosta) del XVI secolo.
Una vaccheria in una xilografia del XV secolo (Soragna, Museo del Parmigiano Reggiano).
ANNIBALE CARRACCI (1560-1609), Venditore di formaggio Parmigiano, incisione, 1646 (Soragna, Museo del Parmigiano Reggiano).
Dipinto su rame del XVII secolo raffigurante “San Lucio che distribuisce il formaggio ai poveri”, posto in origine nell’Oratorio a lui intitolato in Val Cavargna, sorto sul luogo del martirio (Cavargna (Como), Parrocchiale di San Lorenzo).
Particolare della carta geografica seicentesca nella quale compaiono Cavargna “terra grossa dove sono gli Cavargnoni che vanno cercando per tal santo” e “San Luguzon: villaggio dove si fa una fiera alla sua festa che è alli 15 de giugno [in realtà il 12 luglio]”, (Parma, Archivio di Stato, Mappe e disegni).
Carta corografica del Lago di Lugano, XVIII secolo. In alto a destra vi figurano la Val Colla e la Val Cavargna con l’icona di San Lucio martire. (Como, Collezione Privata)
Giuseppe Peroni (1710-1776), “Martirio di San Lucio di Val Cavargna“, olio su tela, 1770 ca. (Parma, Galleria Nazionale)
“San Lucio, protettore dell’Arte de’ Lardaroli, la di cui festa si celebra alli XII di Luglio”. Incisione parmigiana del XVII secolo raffigurante lo stendardo della Confraternita (Parma, Archivio di Stato).
“Licenza a vendere con emblema di San Lucio”. Modulo a stampa del XVII secolo (Parma, Archivio di Stato).
Ricevuta dell’Anziano dell’Arte dei Lardaroli parmensi del 1696 con l’icona di San Lucio (Parma, Archivio di Stato).
Atto del 7 agosto 1612 del notaio della Camera ducale di Parma che sancisce la denominazione del Parmigiano solo per il formaggio prodotto in una serie di località del parmense meticolosamente elencate (Parma, Archivio di Stato, Notai camerali di Parma, busta 256).
Vacchetta per la visita delle grassine dei Lardaroli parmensi del 1738, con la lista, ordinata secondo la rubrica alfabetica, di tutti i negozianti attivi in quell’anno (Parma, Archivio di Stato).
La salumeria di Stanislao Gonizzi a Parma. Stanislao Gonizzi (1877-1927), capostipite di una numerosa famiglia di salumieri parmigiani attiva con Paolo, Luigi e Alberto fino agli anni Settanta del Novecento, aveva aperto la propria bottega in borgo del Parmigianino 31, proprio all’angolo con borgo Retto, nel 1907. La struttura della vetrina, che conosciamo attraverso una foto dei primi anni di attività e un dipinto del 1909 dal tono un poco naïf di Arnaldo Arduini – fotografo, fu collaboratore dello studio Zambini prima, e di Alberto Montacchini poi, esperto nell’arte del ritocco fotografico e nel ritratto dipinto – ripropone il modello medievale di bottega, con semplici piani in pietra ai lati dell’ingresso, completamente priva di vetri e di porte. La chiusura “alla Milanese” avveniva agganciando alcune ante di legno ai supporti fissati alla inferriata (Langhirano, Museo del Prosciutto – Foto Luca Rossi).