Palazzo Bossi Bocchi, sede della Fondazione dal 1995, è anche la sede espositiva delle sue Collezioni d’Arte.
Lo spazio, allestito e concepito per essere una testimonianza della storia, della cultura e dell’arte della città di Parma, costituisce ormai un luogo inserito all’interno degli itinerari artistico-culturali di Parma.
Le opere in esso conservate provengono dalle acquisizioni della Cassa di Risparmio prima e della Fondazione poi che di anno in anno hanno promosso un collezionismo teso alla conservazione e alla tutela della memoria locale; impegno che prosegue costantemente e che mira a salvaguardare e talvolta a restituire alla città un patrimonio che, inevitabilmente, avrebbe potuto essere disperso ed emigrato altrove; nel corso degli anni, le collezioni sono state inoltre arricchite dalle numerose donazioni di privati.
Il materiale è prevalentemente formato da opere di artisti locali e stranieri che hanno lavorato per le corti dei duchi Farnese e Borbone, di Maria Luigia, dei secondi Borbone, nell’epoca post-unitaria per arrivare nel contemporaneo.
Da uno splendido autoritratto a penna di Parmigianino, passando per la caravaggesca tela di Lanfranco, le padane nature morte di Boselli, fino alla Parma trasfigurata di Bruno Zoni e al dialogo mai cessato con l’informale di Goliardo Padova, le Collezioni d’arte della Fondazione Cariparma offrono un ampio sguardo sulla cultura figurativa, soprattutto locale. È il caso ad esempio dei seicenteschi ritratti farnesiani e di quelli di epoca borbonica di Van Loo, del prezioso ciclo ottocentesco di Giambattista Borghesi ricostruito in una delle più suggestive sale dell’itinerario espositivo.
Percorrendo gli spazi di palazzo Bossi Bocchi si incontrano dipinti, sculture, opere d’ebanisteria e complementi d’arredo che raccontano la storia ducale della città, di un gusto che si evolve e muta nel passaggio da una corte all’altra.
Importanti lasciti acquisiti nel tempo dalla Fondazione hanno peraltro ampliato i confini della raccolta, che ora va ben oltre l’ambito locale rivelando la raffinatezza di alcune collezioni private parmensi. Quella Garbarino che ha nello splendido nucleo di maioliche il suo punto di forza e la Cozza che ha arricchito palazzo Bossi Bocchi di una consistente presenza di autori fiamminghi.
È storia recente la donazione di Renato Bruson e della moglie: si tratta di una raccolta davvero pregevole e straordinaria per compattezza, tutta concentrata su quel secondo ottocento italiano difficilmente approdato nei musei se non attraverso dei legati. I dipinti di Fattori, Lega, Borrani, Signorini, le poetiche vedute lagunari di Ciardi e Fragiacomo e ben quattordici opere boldiniane, rappresentano un notevole valore aggiunto al già consistente patrimonio artistico della Fondazione.
Suggestiva, infine, la sezione dedicata alla storia della moneta e della cartamoneta nei sotterranei del palazzo.